“Città dei Papi” è l’appellativo con cui è principalmente nota Viterbo, dovuto al periodo in cui, tra il 1257 al 1281, fu la sede pontificia al posto di Roma, dalla quale fu trasferita da Alessandro IV per allontanarsi dall’ostile clima di persecuzioni e sommosse. Dopo Alessandro IV, a Viterbo vissero Urbano IV (eletto in S. Maria in Gradi, riportò per un breve periodo la sede a Roma), Clemente IV (la ricondusse a Viterbo), Gregorio X, Innocenzo V, Adriano V, Giovanni XXI, Niccolò III e Martino IV.
La città, inoltre, ospitò per periodi più o meno lunghi oltre 40 papi e la loro corte durante tutto il medioevo e il rinascimento. Per conoscere e comprendere la storia e il legame di Viterbo con i papi, è fondamentale partire dal Polo Monumentale del Colle del Duomo, che comprende il Palazzo dei Papi, la Cattedrale di San Lorenzo e il Museo del Colle del Duomo e sorge sul luogo in cui si sviluppò, in età longobarda e su antichi resti etruschi, il primo nucleo della città.
Il Palazzo dei Papi è il più importante monumento della città. Negli anni in cui la città fu sede pontificia, questo palazzo era il “Vaticano” viterbese e il papa si affacciava dalla loggia per impartire la benedizione ai fedeli. La costruzione, voluta dal capitano del popolo Raniero Gatti, ampliò la precedente sede della curia vescovile e fu terminata nel 1267 proprio con l’elegante loggia, un gioiello architettonico di stile gotico in pietra peperino.
Il Palazzo dei Papi, nonostante alcuni rimaneggiamenti in epoche successive, si presenta ancora in tutta la sua austerità medioevale e guardandolo dalla sottostante Valle Faul sembra una vera e propria fortezza. L’ambiente di maggior valore storico è la Sala del Conclave, dove si svolse la più lunga elezione di un papa della storia, per un totale di 1006 giorni tra il 1268 e il 1271.
Proprio a Viterbo nacque la parola “conclave”, derivante dal latino cum clave: a causa delle divergenze tra i cardinali chiamati a eleggere il successore di Clemente IV, il popolo viterbese, esasperato, segregò il collegio all’interno del palazzo (clausi cum clave) finché non fosse trovato un accordo, arrivando a scoperchiare il tetto e a razionare i rifornimenti per i cardinali. Alla fine fu eletto Gregorio X e furono disposte alcune norme tuttora esistenti. Anche al giorno d’oggi ogni qualvolta si verifica un’elezione di papa, la città di Viterbo diventa oggetto di attenzione da parte dei media per questo antefatto di quasi otto secoli fa.
Se il Palazzo dei Papi era la sede pontificia, la Cattedrale di San Lorenzo o Duomo era il “San Pietro” viterbese: la basilica del papa. Vi fu sepolto Giovanni XXI, l’unico papa portoghese, ricordato in un monumento nella navata sinistra, mentre la tomba di Alessandro IV non è mai stata trovata.
L’edificio risale al XII secolo è presenta ancora un interno a tre navate in stile romanico, con bellissimi capitelli di peperino, mentre la facciata è di epoca rinascimentale e il campanile in stile toscano fu eretto nel ‘300. Ospita un prezioso fonte battesimale in marmo bianco del 1470 e opere di pittori di varie epoche. La ricostruzione dell’abside centrale dopo i bombardamenti del 1944, finalizzati a restituire le forme medioevali alla chiesa, ha creato un doppio abside con la parte barocca che oggi appare invisibile dall’interno.
A fianco del Duomo, oltre all’antica Casa di Valentino della Pagnotta, si apre l’accesso al Museo del Colle del Duomo, aperto nel 2000. Si articola in una sezione archeologica (con reperti villanoviani, etruschi, romani e medioevali), una storico-artistica (che comprende una preziosa Crocifissione michelangiolesca) e una di arte sacra (con paramenti e oggetti sacri dal ‘200 all’’800). Nel resto della città, sono numerosi i monumenti di varie epoche legati in vari modi ai papi.
Tra tutti, di notevole importanza è la Basilica di San Francesco, presso Piazza della Rocca, che conserva i monumenti sepolcrali di Clemente IV e Adriano V, quest’ultimo attribuito ad Arnolfo di Cambio, pregevoli opere marmoree del ‘200. Un altro luogo da visitare, aperto solo nei giorni feriali in quanto sede dell’Università della Tuscia, è il Complesso di Santa Maria in Gradi, appena fuori Porta Romana, un ex convento che ospitò pontefici e vi fu eletto Urbano IV. Era frequentato dai maggiori intellettuali del tempo, come Bonaventura da Bagnoregio e Tommaso d’Aquino, e vi si possono ammirare due straordinari chiostri, uno medioevale e uno rinascimentale.