Il Rinascimento nella Tuscia viterbese è stato un periodo di grande splendore, in cui grazie alle famiglie nobili, ai papi e agli alti prelati, tutto il territorio si è arricchito di sontuosi palazzi e giardini progettati da celebri architetti dell’epoca. Ancora oggi il ‘400 e il ‘500 hanno lasciato incredibili testimonianze, di cui gli esempi di maggior evidenza sono le ville e i giardini storici che costituiscono un percorso imperdibile per il turista amante della storia, dell’arte e della natura: Villa Lante a Bagnaia di Viterbo, il Sacro Bosco di Bomarzo, il Palazzo Farnese di Caprarola, il Castello Ruspoli di Vignanello e il Palazzo Chigi-Albani di Soriano nel Cimino.
Villa Lante di Bagnaia è una grande realizzazione del ‘500, arricchita dai meravigliosi giardini all’italiana, sculture e dagli spettacolari giochi d’acqua che dalla collina scendono su leggiadre fontane. Fu fatta realizzare dal cardinale De Gambara su un probabile progetto del Vignola. Percorrendo gli itinerari si scoprono leggiadre fontane, vasche decorate, cascate e giochi d’acqua che dal terrazzo più alto del parco, reso suggestivo dalla Fontana del Diluvio, ricoperta da una lussureggiante vegetazione, scendono al giardino sottostante la villa. Due le palazzine gemelle. La prima, Gambara, conserva all’interno meravigliosi soffitti a cassettoni, stucchi ed affreschi pregiati, alcuni raffiguranti Villa d’Este a Tivoli, il Palazzo Farnese di Caprarola, il Palazzo di Capodimonte e Villa Lante come era all’origine. L’altra villa, chiamata Palazzina Montalto per il nome del cardinale che la fece costruire, venne terminata nel 1590 con affreschi di vari autori e un importante soffitto a cassettoni decorato.
Il Sacro Bosco di Bomarzo, noto anche come Parco dei Mostri, è una spettacolare interpretazione dei giardini manieristici famosa in tutto il mondo, studiato da architetti, registi, scrittori e pittori e che ancora oggi studiano il significato enigmatico della sua realizzazione. Il suo committente, Vicino Orsini, prode condottiero al servizio dello Stato Pontificio, fece posare nella valle sottostante il suo castello, in un meraviglioso parco, una serie di sculture gigantesche, fantastiche e grottesche. Alla morte di sua moglie Giulia Farnese fece costruire nel parco, in sua memoria, un piccolo tempio dove, secondo le sue richieste, i sacerdoti della zona avrebbero dovuto commemorarla perpetuamente durante le messe. L’idea del parco nacque in un periodo in cui la realizzazione di giardini e parchi si basava sulle correnti artistiche e culturali dell’epoca e aveva la funzione di abbellire i giardini del signore ma anche quello di inviare messaggi eloquenti per gli acculturati del tempo, ma spesso troppo, tanto da divenire un vero rompicapo che ancora oggi fa discutere studiosi e ricercatori sia sul vero significato.
Visitare il Palazzo Farnese di Caprarola è come immergersi totalmente nel Rinascimento o nel Manierismo, tra le architetture del Sangallo e del Vignola, gli affreschi degli Zuccari, le inquadrature di Annibal Caro, le prospettive di Giacomo del Duca. Un gioiello dell’arte cinquecentesca, una delle opere rinascimentali più belle d’Europa. Fu il cardinale Alessandro Farnese il Vecchio a volere questa realizzazione, per enfatizzare il potere politico e militare che la sua famiglia aveva raggiunto, partendo da piccoli feudi in provincia di Viterbo, tra Ischia di Castro, Farnese e Canino.Le mire di Alessandro, tuttavia, non si limitavano solo ad una crescita sociale ed economica ma puntavano molto più in alto, al soglio pontificio. Solo così avrebbe consacrato il nome della famiglia Farnese e solo così avrebbe raggiunto un grado di ricchezza altrimenti inarrivabile. Ogni strategia, ogni legame di parentela, ogni unione matrimoniale venne progettata a questo scopo.
Castello Ruspoli
Il Castello Ruspoli è un esempio di architettura rinascimentale, pregevole risultato di continui interventi di ampliamento e riadattamento di un antico castello medievale arricchito dei suoi preziosi giardini all’italiana. La forma attuale del castello è dovuta alla ricostruzione, forse su progetto di Antonio da Sangallo il Giovane, avvenuta tra il 1531 e il 1538 e voluta da Beatrice Farnese e dal genero Sforza Marescotti.La rocca medievale si trasformò così nel maestoso castello in pietra grigia che oggi è visibile. La sua imponente mole, circondata da un profondo fossato, serrata da quattro bastioni angolari e coronata dalla merlatura ghibellina, domina il panorama del borgo contrapponendosi al volume solenne della chiesa di Santa Maria della Presentazione.