C’è qualcosa cui il Nordic Walking non faccia bene? C’è una qualche dimensione, sia essa fisica o mentale, che non sia positivamente influenzata da questa pratica? La pneumologa Patrizia Scavalli, in una recente occasione pubblica, ha infatti spiegato che il Nordic Walking “contribuisce a ristabilire i valori della pressione, i livelli dei trigliceridi e del colesterolo, a diminuire i valori glicemici nelle patologie diabetiche e a proteggere l’organismo da osteoporosi e artrosi”.

Proprio niente male, per non parlare poi di quanto la scienza non è forse in grado di misurare in maniera esatta ma che pure incide profondamente sulla qualità della vita e, perfino, sul senso della stessa. Che dire infatti dell’immediato e pacifico contatto con la natura che questo sport permette d’instaurare, e che ci aiuta a sentirci nuovamente parte effettiva di un tutto più grande e armonico? Chiunque pratichi Nordic ha sperimentato una considerevole diminuzione dello stress, perché passo dopo passo i pensieri più futili, ossessivi e stancanti sono sopraffatti dal semplice alternarsi del respiro e nella mente, resa di nuovo libera e spaziosa, ne possono finalmente attecchire di nuovi e più fecondi. Per questo si dice anche che il Nordic sviluppi la creatività.

meravigliosi paesaggi della Tuscia

Posto quindi che chiunque, per infinite ragioni, dovrebbe dedicarsi a questa pratica, vediamo qui nella Tuscia che possibilità ci sono di dar corso a tale buon proposito. Già, perché il Nordic è uno sport che richiede un contesto, uno sfondo su cui esercitarlo in modo conforme alla sua ispirazione essenziale.

Se c’è anche qualcosa di avventuroso in questo sport, qualcosa che attiene all’istinto innato in ognuno di noi di esplorare, di scoprire, di penetrare attraverso i confini del mondo, allora possiamo dire che la Tuscia è un luogo ideale per praticarlo. Perché? Ma proprio perché la nostra terra presenta ancora un suo carattere originario non asservito alle logiche commerciali del turismo. In tanti dei suoi paesaggi è dato scorgere in modo chiaro e distinto l’impronta costitutiva che ne ha determinato il carattere e il senso generali.

Non si tratta naturalmente di mettere piede in luoghi mai prima calpestati da essere umano: non vogliamo esagerare; ma la sensazione di poggiare direttamente sulla prima impronta lasciata da uomo è una sensazione assai frequente nel viterbese, con tutta l’emozione e il coinvolgimento emotivo e mentale che questo comporta.

meravigliosi paesaggi della Tuscia

Quali sono i luoghi della Tuscia che più si prestano al Nordic Walking? Se li indicassimo analiticamente, rischieremmo di non finire più; inoltre, non è sbagliato lasciare al camminante la possibilità di fare scoperte da solo o di eccepire alle mappe consigliate per disegnarne lui di nuove. Meglio, allora, raggruppare le mete per grandi categorie.

Cominciamo dai boschi: i Monti Cimini, con le sue faggete e i suoi imponenti castagneti, sono il paesaggio più “nordico” che il nostro territorio ha da offrire; citiamo anche la sorprendente Valle del Treja, meno nordica ma ugualmente lussureggiante, con il suo Monte Gelato e le sue incantevoli cascate: la meta più corroborante ed esaltante dopo una lunga camminata. Altra categoria davvero seducente è quella dei laghi, anzitutto il lago di Bolsena e il lago di Vico; specialmente quest’ultimo, essendo riserva, presenta un interesse naturalistico eccezionale, nonché dislivelli che consentiranno di impegnare adeguatamente la propria tecnica.

Non si può non citare, poi, l’enorme patrimonio archeologico etrusco della Tuscia che costituisce, in molti casi, lo sfondo più misterioso ed esoterico in cui collocare la propria camminata; per il suo carattere selvaggio e la varietà dei terreni, la prima a venirci in mente è senz’altro Norchia, imponente sito etrusco stranamente lontano dai principali flussi turistici e praticamente incontaminato; poi, com’è chiaro, ci sono Tarquinia e Vulci, siti etruschi tra i più preziosi al mondo. E con Tarquinia e la vicina Montalto veniamo anche alla categoria coste e mare: splendide, a Tarquinia, sono soprattutto Le Saline, ambiente davvero surreale e permeato di pace profonda, in cui Comincini girò il suo Pinocchio.

Per chi invece amasse gli spazi aperti, le sterminate campagne intervallate da sporadici casali agricoli, spesso in abbandono, e spezzate da profonde forre ricche di vegetazione consigliamo in ultimo i terreni che facevano parte del cosiddetto Ente Maremma: un intrigo labirintico di stradine secondarie ai lati di vastissimi terreni coltivati, punteggiate di greggi, sublimate da una luce trascendentale.