Il medioevo è considerato l’epoca d’oro di Viterbo, in cui visse un periodo di grande splendore, grazie alla posizione favorevole lungo la Via Francigena, lo storico itinerario dei pellegrinaggi verso Roma, e soprattutto grazie al fatto di essere sede papale e quindi di tutta la corte pontificia. Durante il medioevo la città si strutturò dal punto di vista urbanistico, con quel tessuto ancora oggi ben riconoscibile.

Viterbo è stato inoltre uno dei primi Comuni italiani, istituito nel 1095, e le nobili famiglie dell’epoca contribuirono alla realizzazione di austere torri e sontuosi palazzi. Fu anche un periodo di grandi lotte tra papato e impero e tra le stesse casate. Ancora oggi il centro storico di Viterbo può vantare una serie di monumenti che testimoniano quel periodo.

Le strutture medievali di Viterbo

Edificio simbolo del medioevo viterbese è il Palazzo dei Papi, sul Colle del Duomo, luogo dove inoltre in epoca longobarda si sviluppò il primo nucleo della città. La costruzione, voluta dal capitano del popolo Raniero Gatti, ampliò la precedente sede della curia vescovile e fu terminata nel 1267 proprio con l’elegante loggia, un gioiello architettonico di stile gotico in pietra peperino. Il Palazzo dei Papi, nonostante alcuni rimaneggiamenti in epoche successive, si presenta ancora in tutta la sua austerità medioevale e guardandolo dalla sottostante Valle Faul sembra una vera e propria fortezza.

L’ambiente di maggior valore storico è la Sala del Conclave, dove si svolse la più lunga elezione di un papa della storia, per un totale di 1006 giorni tra il 1268 e il 1271. Medioevali sono anche buona parte dell’interno della Cattedrale di San Lorenzo, con tre navate in stile romanico suddivise da colonne in peperino le quali presentano bellissimi capitelli di peperino, il campanile trecentesco di stile toscano e l’adiacente Casa di Valentino della Pagnotta.

l’epoca d’oro di Viterbo

L’altro luogo principe del medioevo viterbese è il Quartiere di San Pellegrino. Un esempio di contrada dei secoli XIII-XIV perfettamente conservata, con i suoi vicoli, le piazzette, i profferli (le caratteristiche scale esterne), i cortili, le torri, gli antichi palazzi, tutti nella tipica pietra peperino, che creano un’atmosfera davvero unica. Spina dorsale del quartiere è Via San Pellegrino, le cui traverse in discesa verso la valle di Paradosso sono dette “piagge”. Al centro è la scenografica Piazza San Pellegrino su cui si affacciano l’omonima chiesetta e il Palazzo degli Alessandri. Alle sue spalle, l’imponente Torre Scacciaricci.

l’epoca d’oro di Viterbo

Non lontano dal quartiere di San Pellegrino si trova la Chiesa di Santa Maria Nuova, una delle più antiche e belle della città. Si tratta di un edificio romanico ben conservato, risalente all’XI secolo, con interno a tre navate suddivise da colonne con splendidi capitelli di peperino. Alle pareti sono presenti preziosi affreschi di pittori viterbesi dal ‘200 al ‘500. Da visitare anche la cripta e il chiostro longobardo. Altri edifici romanici viterbesi sono le chiese di San Sisto, presso Porta Romana, e San Giovanni Evangelista, in Via Mazzini.

Coeva a Santa Maria Nuova è la Chiesa di San Silvestro, in Piazza del Gesù, passata alla storia per essere stata teatro dell’assassinio di Enrico di Cornovaglia da parte di Guido di Montfort, nel 1271, durante il famoso conclave di 1006 giorni in svolgimento a Palazzo dei Papi. L’episodio è ricordato da Dante nell’Inferno.

Tra gli altri monumenti viterbesi risalenti al medioevo, notevole è la Basilica di San Francesco, presso Piazza della Rocca, che conserva i monumenti sepolcrali di Clemente IV e Adriano V, quest’ultimo attribuito ad Arnolfo di Cambio, pregevoli opere marmoree del ‘200. La chiesa, costruita nel XIII secolo, è stata riportata alle forme originarie dopo i bombardamenti del 1944. Da non perdere anche le storiche fontane a fuso (Fontana della Morte, di Pianoscarano, di San Faustino, della Crocetta e di San Giovanni) e la maestosa Fontana Grande.

Un altro luogo da visitare, aperto solo nei giorni feriali in quanto sede dell’Università della Tuscia, è il Complesso di Santa Maria in Gradi, appena fuori Porta Romana, un ex convento che ospitò pontefici e vi fu eletto Urbano IV. Era frequentato dai maggiori intellettuali del tempo, come Bonaventura da Bagnoregio e Tommaso d’Aquino, e vi si possono ammirare due straordinari chiostri, uno medioevale e uno rinascimentale.