“Città delle belle donne e delle belle fontane” è uno degli appellativi con cui in passato veniva definita Viterbo. Il giudizio sulla leggiadria delle abitanti locali è altamente soggettivo e suscettibile di mille interpretazioni, mentre chiaro ed evidente è il valore storico ed estetico delle fontane del centro storico di Viterbo.

Il centro storico della città annovera dieci fontane monumentali, ascrivibili a un periodo che va dal ‘200 al ‘600, che costituiscono un originale e interessante percorso di visita attraverso la millenaria arte dell’approvvigionamento idrico funzionale alle vitali esigenze dei cittadini. Nei secoli passati, le maestranze locali hanno saputo canalizzare a meraviglia le acque provenienti dai Monti Cimini per rifornire la città e alimentare questi gioielli in pietra peperino che adornano le piazze.

Il “tour delle acque” può iniziare da Fontana Grande, nell’omonima piazza facilmente raggiungibile da Porta Romana, considerata la più bella e importante, tanto che una fedele riproduzione è collocata sull’isola greca di Rodi. Le fonti storiche la fanno risalire alla seconda metà del ‘200, con ulteriori aggiunte e restauri durante il ‘400.

Fontana Grande è un misto di stili diversi che la rendono estremamente unica e preziosa. Sempre al medioevo risalgono cinque fontane dalla forma simile, cosiddetta “a fuso”, la più antica della quale è la Fontana della Morte (situata in Piazza della Morte, a pochi metri dal Palazzo dei Papi), costruita agli inizi del ‘200. Della stessa fattura, troviamo la Fontana di San Giovanni e quella della Crocetta, entrambe in Via Mazzini, la Fontana di San Faustino nella piazza omonima e infine la Fontana di Pianoscarano. Mentre le prime quattro risalgono tutte al ‘200, quest’ultima fu ricostruita nel 1367.

Se da Porta Romana si raggiunge facilmente Fontana Grande, dall’altro principale ingresso al centro storico di Viterbo, cioè Porta Fiorentina, ci si imbatte subito nella Fontana della Rocca, elegante e maestosa opera rinascimentale disegnata dal Vignola, situata proprio di fronte alla Rocca Albornoz (oggi Museo Nazionale Etrusco) che soprattutto nel periodo rinascimentale fu residenza dei papi.

E sempre rinascimentali sono le parti che compongono la Fontana del Gesù, in Piazza del Gesù, con una particolarità: questa fontana fu installata qui, nella piazza che storicamente ospitava il mercato, soltanto nel 1923. Tali frammenti provenivano dal demolito convento di San Domenico, che oggi non esiste più e nella cui area, negli anni ’30 del ‘900, fu realizzata l’attuale Via Tommaso Carletti. Due, infine, sono le fontane costruite nel ‘600 ed entrambe si ispirano allo stemma della città di Viterbo, il leone: la Fontana dei Leoni e la Fontana di Palazzo dei Priori.

La Fontana dei Leoni, in Piazza delle Erbe, fu restaurata circa due secoli dopo la sua costruzione, quando i leoni originari furono sostituiti da quelli realizzati dallo scultore viterbese Pio Fedi, un’artista molto conosciuto e attivo a Firenze (la sua opera del “Ratto di Polissena” è tuttora esposta in Piazza della Signoria, nella Loggia dei Lanzi). La Fontana di Palazzo dei Priori, posta in opera nel 1627, è situata nel cortile dell’edificio che ospita la sede comunale. È una fontana molto elegante che presenta le sculture di due leoni che sostengono la palma di Ferento, elemento dello stemma cittadino dal 1172, anno in cui i viterbesi distrussero la vicina città di epoca romana.