Tuscia, terra di sentieri, gomitolo di stradine, caleidoscopio di percorsi secondari. Chi pratica trekking troverà nella Tuscia un territorio quasi per intero riconducibile all’idea che c’è sempre un’altra via da percorrere, alternativa a quella praticata da tutti. I modi più contorti per arrivare dal punto A al punto B sono il segreto e l’essenza dell’avventura riuscita, che è l’esatto contrario della linea retta, della soluzione più veloce, dello spostamento utilitaristico. Gli amanti del trekking sono per definizione amanti dell’avventura, quella in cui magari non succede nulla, ma fosse pure l’evento del nulla, la loro è comunque avventura. Vediamo, quindi, insieme alcuni dei tanti possibili percorsi.

Trekking nella Tuscia: La Via Francigena

In primo luogo, senz’altro la Via Francigena, una delle tre fondamentali direttrici per chi nel Mille andava “alla ricerca della perduta Patria Celeste”. Oltre alla Francigena che, partendo da Canterbury, arrivava a Roma, centro della cristianità e luogo del martirio dei Santi Pietro e Paolo, c’era la Terra Santa, dove si ripercorrevano i luoghi della passione di Cristo, e Santiago di Compostela, dove si andava a pregare sulle spoglie mortali dell’apostolo Giacomo, nell’estrema punta dell’Europa occidentale, simbolo del fatto che l’evangelo era stato annunciato a tutte le genti secondo il mandato di Cristo.

Come si vede, solo la Francigena era la strada trans-europea, tale da attraversarla in tutta la sua lunghezza. Percorrerla, per quanto secondarie possano essere le sue diramazioni, significa comunque mettersi in contatto ideale con una storia antica e con l’essenza storica più profonda dell’Europa. Sul nostro territorio sono tutt’ora presenti le emergenze di quel lento di processo di sviluppo e maturazione dell’identità storica europea, compiutasi letteralmente a passo d’uomo.

 

trekking nella Tuscia

 

Nella Tuscia la Via Francigena svolge grosso modo questo percorso: da Proceno, stazione di posta, ad Acquapendente, dove i pellegrini si fermavano per venerare una pietra macchiata di sangue proveniente, secondo la tradizione, dal Santo Sepolcro di Gerusalemme; da Bolsena, importante per il ricordo del miracolo del Corpus Domini, a Montefiascone, centro medioevale più laicamente noto per il vino; quindi Viterbo che molto del suo sviluppo deve proprio alla Via Francigena.

Ma come superare da Viterbo la barriera dei Monti Cimini? A seconda dei periodi, si procedeva a destra oppure a sinistra del Lago di Vico. Da una parte, si passava per Ronciglione e la chiesetta di S. Eusebio, dall’altra, si attraversavano gli incantevoli castagneti nei pressi dell’Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino. Quindi, si proseguiva per Vetralla, dove un sentiero portava alla chiesetta di Santa Maria in Forcassi, e ancora Capranica, Sutri, Monterosi, per infine abbandonare la Cassia e prendere la Trionfale fino a Roma.

Trekking nella Tuscia: Il Sentiero dei Briganti

Tanto per passare dal sacro al profano, anzi al criminale, vi proponiamo anche il Sentiero dei Briganti, gente che alla fine dell’Ottocento, per sottrarsi ai rigori della legge o più probabilmente alle pistolettate delle guardie, era costretta a inventarsi una mobilità alternativa a quella dei giusti e onesti cittadini. La loro vita in fuga, la loro latitanza, ha creato un reticolo di strade sottotraccia, sicure e note per loro, pericolose e oscure per tutti gli altri.

Oggi anche noi possiamo percorrerle senza dover scegliere tra la borsa e la vita, sprofondati in alcuni degli scenari tutt’ora meno toccati dalla civiltà. Stiamo parlando di un percorso lungo circa 100 km, che attraversa due Riserve naturali, due laghi, un’oasi del WWF, due fiumi e decine di aree archeologiche. Si suddivide in diversi tratti, cui è stato dato il nome di una bandito famoso dell’epoca: il Sentiero Fioravanti, il Sentiero Ansuini, il Sentiero Menichetti e, infine, il Sentiero Tiburzi (il brigante più noto e paradigmatico, una vera e propria leggenda locale).

trekking nella Tuscia

Questi di cui vi abbiamo parlato sono naturalmente soltanto due dei possibili percorsi da farse nella Tuscia. Se abbiamo scelto di citare proprio questi, è per quanto sono vari e idealmente opposti tra di loro, come fossero i due estremi di una gamma pressoché sterminata di progetti di percorsi, adatti a ogni gusto e a ogni livello di preparazione fisica. Del resto, cosa vi impedisce di percorrere la Via Francigena con il ghigno di un bandito o, viceversa, il Sentiero dei Briganti con pieno spirito evangelico?