Se siete indecisi in quale periodo dell’anno venire a scoprire Viterbo e le sue bellezze, esiste un ottimo motivo per decidere di visitare la nostra città ad inizio Settembre: il trasporto della Macchina di Santa Rosa. La celebrazione famosa per la sua bellezza, spettacolarità ed emozione, si ripete ogni anno il 3 Settembre ed è attesa con trepidazione da tutta la città di Viterbo e dai numerosi turisti e visitatori che la popolano per l’occasione. La festa è dedicata alla patrona Santa Rosa, una giovane ragazza vissuta nel XIII secolo e molto amata dal popolo grazie ai numerosi miracoli e alle vicende storiche di cui è stata protagonista.

Il nome “macchina” può trarre in inganno: in realtà si tratta di un termine utilizzato per rappresentare un baldacchino trionfale sollevato e portato a spalla da circa cento uomini, chiamati “Facchini di Santa Rosa”, che lo innalzano fin sopra i tetti di Viterbo e lo conducono per un percorso di circa due chilometri nel centro cittadino. Le origini di questa manifestazione unica al mondo risalgono alla metà del tredicesimo secolo d.C. Per volere di Papa Alessandro IV si svolse nel 1258 la traslazione del corpo di Santa Rosa da Viterbo dalla Chiesa di S. Maria in Poggio al Santuario, oggi a lei dedicato.

Negli anni successivi si volle ricordare la processione trasportando un’immagine o una statua della Santa illuminata su un baldacchino: quest’ultimo negli anni ha subito diverse trasformazioni, arrivando ad assumere l’imponenza che ha oggi. Le dimensioni attuali risalgono alla fine degli anni ‘60 quando – con il modello chiamato “Volo d’Angeli” – la macchina ha superato per la prima volta i 30 metri di altezza.

La struttura della Macchina cambia circa ogni cinque anni, assumendo forme e nomi diversi: dal 2015 è “Gloria”, la macchina progettata da un architetto ex facchino, ad essere protagonista la sera del 3 settembre.

Il momento suggestivo del Trasporto della Macchina di Santa Rosa

Il trasporto della Macchina di Santa Rosa è stato proclamato patrimonio immateriale dell’Unesco grazie all’ ufficializzazione avvenuta nel 2013 durante l’ottava sessione del comitato intergovernativo che si è svolto a Baku, in Azerbaigian.

Il momento del trasporto è infatti uno degli avvenimenti principali per la città di Viterbo: nei giorni precedenti infatti la città si prepara con calore e trepidante attesa al momento fatidico del “Sollevate e Fermi”, il segnale dato dal Capo Facchino con il quale prende avvio il percorso della Macchina. Fin dal pomeriggio le vie e le piazze del centro storico si affollano di cittadini e turisti, molti di essi scendono in strada fin dalle prime ore della mattina per poter scegliere il posto migliore dal quale assistere a questo incredibile spettacolo.

Il trasporto è sicuramente un momento suggestivo: la città è completamente immersa nel buio in attesa dell’arrivo della macchina che risplende illuminata nelle vie e nelle piazze della città, mentre i Facchini scandiscono il loro arrivo con il grido di devozione “Viva Santa Rosa” al quale si unisce tutta la cittadinanza ed il fortunato pubblico presente. L’emozione trasmessa dai Facchini si mescola allo stupore e alle emozioni che questo spettacolo genera: la grande scultura portata a spalle toglie il fiato agli spettatori che rimangono meravigliati dalla forza e dalla tenacia dei Facchini, i Cavalieri di Santa Rosa, che sono a tutti gli effetti “eroi per un giorno”.

Tante sono le immagini ed i video che raccontano quel momento ma nulla è paragonabile al poterlo vivere in prima persona, condividendo l’emozione del trasporto con gli altri spettatori, grandi e piccini.